Cdm convocato per le 9, poi il premier Giuseppe Conte dimissionario andrà al Colle per formalizzare la crisi. Si farà un tentativo sul Conte Ter. Ma gli ostacoli sono disseminati sul terreno e un altro premier è possibile.
Conte dimissionario
Nella riunione del Consiglio dei ministri in corso dalle 9 di stamane, il premier Giuseppe Conte comunicherà la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni e subito dopo si recherà dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La prassi prevede che il Capo dello Stato prenda atto della decisione del premier e lo inviti a curare il disbrigo degli affari correnti.
[themoneytizer id=”68124-2″]
Dopo il silenzio formale del Colle in questi giorni, Mattarella ora diventerà protagonista: di fronte alla drammatica situazione che vive il Paese a causa della pandemia e alla crisi economica e sociale sempre più acuta, occorrerà risolutezza e velocità per superare l’impasse nel governo, cosa che ribadirà nelle consultazioni, che saranno approfondite ma rapide. Potrebbero iniziare domani pomeriggio o ancor più celermente accorpate tutte nella sola giornata di giovedì.
Ricordiamo che domani mattina al Quirinale sono in programma le celebrazioni per il Giorno della memoria; occorrerà dunque tener conto dei tempi tecnici legati alla formazione delle varie delegazioni e predisporre tutta una serie di precauzioni legate all’emergenza sanitaria, che varieranno il protocollo ufficiale.
La situazione politica non consente a Mattarella di formulare alcuna soluzione auspicata o auspicabile, ma soltanto ricordare la necessità per il paese di una maggioranza parlamentare chiara e basata su un solido accordo politico.
Da questa premessa risulta impossibile ipotizzare con certezza gli sbocchi della crisi.
Il Pd, il M5s e Leu, ieri, al termine di una giornata molto tesa, hanno garantito a Giuseppe Conte che lo sosterranno, nella fase che si aprirà con le consultazioni al Quirinale. Lo scenario che si apre porterebbe, almeno nelle intenzioni dei giallorossi, a un Conte ter, sostenuto da una maggioranza parlamentare più ampia.
Il Movimento 5 stelle è compatto sul premier. Anche il Pd fa quadrato su Conte, così come Leu. Matteo Renzi per ora non si è espresso: è in programma per questa sera una riunione dei gruppi parlamentari. Il centrodestra serra i ranghi e va all’attacco: i leader di Lega, FdI e il vicepresidente di Forza Italia hanno convocato un vertice allargato anche ai centristi dell’Udc, ai totiani di Cambiamo e a Noi con l’Italia.
Al momento dunque resta in piedi la possibilità di un pre-incarico esplorativo all’attuale premier dimissionario che possa poi portare ad un Conte ter, sostenuto da una riedizione dell’attuale maggioranza, con gli stessi partiti e/o con altre formazioni.
Cioè tutto o niente. Se infatti risultasse impossibile la permanenza a palazzo Chigi di Giuseppe Conte, comincerebbe un altra partita legata ad un cambio di premier ma non dell’attuale coalizione, oppure la creazione di un governo sostenuto dalla cosiddetta maggioranza Ursula o, infine, idea che non dispiace nelle alte sfere economiche del paese, ad un esecutivo di larghe intese o di unità nazionale.
Ribadiamo, vuol dire tutto o niente.