Conservare la cittadinanza onoraria a Mussolini, come avviene in molti luoghi italiani, resta un modo per strizzare l’occhio all’anima nera e nostalgica del paese.
Codogno, resta la cittadinanza onoraria a Mussolini
Come diceva un vecchio detto popolare: passata la festa, gabbato lo santo. Il 25 Aprile è ormai alle spalle e anche questa volta il sindaco di Codogno, paese simbolo della pandemia in provincia di Lodi, Francesco Passerini (Lega) ha rifiutato di togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini nonostante le polemiche e i pressanti inviti da parte dell’Anpi e delle opposizioni.
Le motivazioni del rifiuto sono le solite che le destre italiane utilizzano per rimanere nell’orbita di quel passato nero, ma girandoci intorno con formule vaghe, mescolando cose che non centrano nulla, insomma, buttandola in caciara o, per dirla come il mitico Ugo Tognazzi\Conte Mascetti: siamo alla supercazzola prematurata con lo scappellamento…a destra, ovviamente.
Questa la motivazione del sindaco Passerini:
“Codogno diede l’onorificenza a Mussolini nel 1924, fu una iniziativa nazionale dell’Anci del tempo. È un atto storico, come quando Napoleone ha dormito a Codogno e poi andò a Lodi a far guerra. Non è che poi è venuto giù il palazzo dove dormì. Abbiamo anche alcune strutture che ricordano il periodo fascista, come Villa Biancardi che è ancora lì. E per fortuna. Non si può pensare di cancellare e demolire tutto perché costruito da una parte della storia particolare.”
“Personalmente sono fortemente post ideologico, sarebbe sbagliato contestualizzare o attualizzare situazioni che nulla hanno a che fare con la vita recente. La storia va conosciuta, va studiata, perché solo imparandola si possono evitare errori già commessi: cancellarla non aiuta sicuramente a scongiurare sbagli fatti in passato”.
Ora il nesso tra lo studiare la storia, cosa sacrosanta, con il mantenere un onorificenza a un despota condannato dalla storia, ci apre alquanto tenue. Anzi, proprio la revoca di tale provvedimento sarebbe occasione per studiare la storia e spiegarla, motivare il gesto. e invece questa è la solita strategia delle destre che, con il fatto che le nostre città ancora sono piene di monumenti dell’epoca fascista, con Mussolini cittadino onorario di molti paesi, trovano il pretesto tra le righe per giustificare velatamente quella parte di storia e strizzare l’occhio all’anima nera e nostalgica del paese.
Abbattere i monumenti non serve a nulla, è giuso preservarli e farli studiare, in quello che di positivo e negativo si portano dietro. Ma tutto il resto, onorificenze, atti pubblici e via dicendo, rientrano negli atti politici. E come tali vanno trattati.
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