La pandemia in corso, iniziata ormai da circa un anno ha costretto tutto il mondo a importanti cambiamenti, e ciò non ha eluso il mondo della moda. Per le Fashion Week 2021 l’attenzione al non creare assembramenti ha spronato i creativi a trovare soluzioni per poter presentare le collezioni in assoluta sicurezza. Molti marchi hanno presentato le collezioni solo digitalmente, mentre altri hanno ammesso un pubblico limitato, composto soprattutto da chi già lavora in quel settore.
Vorrei soffermarmi su quei brand che hanno trovato delle idee di presentazione brillanti.
Fashion Week 2021
Partendo dalle collezioni Primavera/Estate 2021, quella che più mi ha colpito per ingegno e creatività è stata la sfilata della Maison Moschino. Infatti il direttore artistico della Maison, Jeremy Scott, ha avuto la geniale idea di realizzare la sfilata interamente in miniatura.
Servendosi della indiscussa maestria della Jim Hanson’s Creature Shop, i creatori dei Muppets per intenderci, la sfilata è stata ideata con le miniature delle modelle e dei personaggi iconici del mondo della moda, e ovviamente tutta la collezione meravigliosa della Maison in dimensioni ridotte.
A dare il via alla sfilata è proprio Jeremy Scott umano. Il pubblico di marionette, tra gli altri include le persone più influenti dell’ambiente della moda quali, Anna Wintour storica direttrice di Vogue America, Eduard Enninful, direttore di Vogue Uk, Anna dello Russo, direttrice di Vogue Japan e certamente non poteva mancare una delle donne più influenti al mondo, la nostra Chiara Ferragni.
Partire dal piccolo per creare il nuovo. La sfilata di marionette di Moschino
Sempre per la collezione PE21, mi è piaciuta molto l’idea del marchio francese Jaquemus. Il direttore artistico Simon Porte Jaquemus non ama l’idea di uno show digitale e quindi ha organizzato la sfilata all’aperto, in un infinito campo di grano biondo, montando una passerella ondulata di circa seicento metri.
Il vento che muove le spighe di grano e la scelta accurata della musica che parte con la chitarra alla quale si aggiunge una voce femminile, per finire poi con una parte al piano di un brano di Ravel.
La sfilata è mista di look femminili e maschili, ci sono degli ospiti, non sono più di cento e assolutamente distanziati. La collezione è ispirata alla natura, e i colori degli abiti si fondono meravigliosamente con il grano in movimento.
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La mia sfilata preferita, solo digitale, è quella di Saint Laurent SS21. L’idea è quella di far sfilare tra le dune di un deserto che non è definito. Potrebbe essere ovunque, potrebbe essere reale o frutto di un magnifico effetto speciale, sicuro è che si tratti di un omaggio al Marocco, tanto amato dall’indimenticabile Yves Saint Laurent.
Il direttore creativo Anthony Vaccarello ci ha incantato con una sfilata suggestiva che inizia alla luce del giorno con dei capi meravigliosi, come le modelle che li indossano, affondando i tacchi nella sabbia e con i capelli al vento che spesso coprono i loro volti. I capi sono tutti desiderabili, alcuni non per tutti, come i ciclisti a sostituire le minigonne. Molto nero, ma anche qualche tocco di sabbia, perfetto per il deserto.
Stupendi i pezzi con stampa floreale. Decisamente le stampe più belle in assoluto, sempre a mio parere. Appaiono dei pezzi iconici quali il bustier di metallo, rivisto e ridotto, che fu creato e modellato nel ’69 sulle forme della modella Verushka. Stupendo il marabù, il famoso abito monospalla di chiffon che sfila nella parte notturna del catwalk. Molto suggestive le dune illuminate dal fuoco parallelo alle modelle creando un finale dall’atmosfera unica e coinvolgente. Anche se digitale, credo che sia stata la sfilata più bella in assoluto, direi indimenticabile.
Anthony Vaccarello è genio indiscusso!
Ma è nuovamente tempo di sfilate. Ora in corso l’Autunno/Inverno 2021/22 e sempre in una condizione di pandemia che finirà presto, così ci auspichiamo tutti.
Tra le diverse presentazioni quelle che più mi hanno intrigato per originalità sono state, per ora quelle di Prada e di Antonio Marras.
Raf Simons ci porta in un club griffato Prada, e che club con i suoni del dio Richie Hawtin aka Plasticman. La sfilata, rigorosamente senza pubblico, si svolge nello spazio già utilizzato per il menswear presentato poche settimane fa. Un set composto da diverse stanze rivestite di materiali differenti e distanti tra loro per texture e colori, il marmo e la finta pelliccia di colori fluo, ideato da The Rem Koolhaas design.
Le modelle hanno look alquanto severi, con acconciature lisce e camicie abbottonate fino al collo sopra le maglie a girocollo. Nella collezione tanti pezzi classici riprendono vita rivisitati. Molto contrasto tra tessuti maschili quale il gessato sovrapposto a maglie o tute dalle stampe optical come da tradizione Prada. La classica stola è questa volta, rifinita di paillettes. In evidenza il logo triangolo, applicato all’esterno dei capi e negli accessori, come i bellissimi guanti con portamonete triangolo incorporato o gli orecchini.
Stupendi anche i cuissard con platform, sia in pelle nera, che colorata o con stampe optical a riprendere quelle dei tessuti.
Antonio Marras combina moda, sartorialità e tradizione sarda.
Sardo di nascita, Marras presenta una collezione con un corto girato attorno all’importantissimo sito Unesco, il villaggio nuragico di Barumini.
Barumini come una sorta di Stonehenge, dove le modelle e i modelli, tutti sardi, impersonano pellegrini alla ricerca della protezione divina della regina mitologica Nuraxamanna, il tutto accompagnato dal beat dei Barrittas.
Il film è un mix di folclore e di fantasia, è una ricerca delle proprie radici, che si respira soprattutto attraverso il design dei modelli che lo hanno sempre caratterizzato. Sovrapposizioni di giacche da pastore vintage in tipico velluto nero. Pezzi riciclati dal suo campionario di abbigliamento femminile. Realizzazione di capi sartoriali femminili cosparsi di ricami, come le rose rampicanti su abiti gessati o su biker. Una collezione avvincente e sognante che evoca l’antico e l’eterno attraverso i mix finemente calibrati del designer. Un finale davvero suggestivo, tutto da scoprire.
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