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Inebriati dalla propaganda dei media, sono oltre cento anni che in Occidente ci convinciamo di aver trionfato, quando invece è da almeno un secolo che le sfide all’ordine imperialista mondiale si sono fatte sempre più grandi (e stanno continuando a crescere).
Il gioco rotto dell’ordine imperialista
I popoli che subirono la colonizzazione non furono mai completamente inermi, quasi desiderosi di essere colonizzati. La retorica della colonizzazione “facile” nasconde una dinamica molto complessa, in cui regni e città cercarono soluzioni per adattarsi all’incipiente globalizzazione europea.
Lo stato di Angola adottò, ad esempio, molteplici strategie per resistere alla penetrazione portoghese sul proprio territorio; purtroppo nessuna di esse fu decisiva, ma la resistenza e la diplomazia tentarono varie strade.
Nel 1804, spettò ad Haiti il ruolo di prima VERA rivoluzione americana (in realtà già c’erano stati decine di quilombo nel continente), ma qui la rivolta assunse connotati grandi, nacque uno stato anti-schiavista e gestito da ex schiavi (il terrore per le classi dirigenti europee del tempo, anche per quelle rivoluzionarie, che infatti pensarono bene di strozzare la nuova repubblica in un mare di debiti).
Intanto uno spettro cominciò ad aggirarsi per l’Europa, con cicliche rivolte (1821, 1848, ecc), lasciando intravedere il nesso tra sistema-mondo imperialista e lotta di classe.
Con l’allargarsi del fenomeno industriale e quindi della società di massa, scoppiò la guerra civile in Russia con conseguente affermazione dei bolscevichi.
Il fenomeno non fu da poco, per la prima volta nella storia del mondo, operai e contadini prendevano il potere e provavano a costruire concretamente e su vasta scala una società organizzata su base socialista.
Con tutti i limiti del caso, l’episodio sovietico segnò l’avvio di un processo più generale: avanzata sindacale e socialdemocratica in Occidente, avanzata del marxismo leninismo e dei socialismi nazionali nel Terzo Mondo.
Nella seconda metà del ‘900, la lotta anti-coloniale e quella per il socialismo si saldarono in unico fronte, basti qui evocare i grandi casi: Cina, Cuba, Vietnam, Angola, Mozambico.
Un risveglio generale dei popoli, quello che abbiamo visto. Il crollo sovietico ha posto in pausa per qualche anno il processo, poi ripreso dall’affermazione dei BRICS e di un nuovo ordine globale attorno ai rapporti Sud-Sud.
Vediamo oggi un grande filo rosso che corre dal Guatemala del 1954, al Vietnam del 1973 a Gaza nel 2024, l’Occidente (e nello specifico le sue classi privilegiate) sempre più asserragliato sembra voler tenere in piedi un gioco rotto.
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(Fonte)
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