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In un clima mediatico appiattito sul pensiero unico occidentale, questo articolo riscopre l’Iran come culla di civiltà: dalla grandiosità di Persepoli ai versi di Sa’di, dall’arte ceramica ai tappeti persiani, un patrimonio che parla all’umanità intera.
Le meraviglie dell’Iran
In questi ultimi giorni, non si è fatto che parlare del conflitto tra Israele e Iran naturalmente, e, al di là delle ragioni dell’uno o dell’altro, ho notato il solito appiattimento dei media occidentali sullo Stato sionista ed ho sentito (ancora oggi) parlare in TV dell’Iran come appartenente “all’asse de male”, quando poi, fino a prova contraria, è Israele che ha centinaia di testate nucleari non ispezionabili (dato che – al contrario dell’Iran – non ha sottoscritto l’accordo internazionale anti-proliferazione nucleare) ed è lo Stato che si sta distinguendo a livello mondiale per crimini talmente efferati contro una popolazione inerme, fatta quasi unicamente di donne e bambini, da far impallidire addirittura quanto fatto dal Terzo Reich, per via della violenza indicibile scatenata in quella lotta impari, soldati contro civili.
Così ho pensato di scrivere questo articolo per dare anche un’altra versione di quel pensiero unico che quotidianamente ci spacciano, pensiero unico allineato, neanche a dirsi, all’asse israelo-americano; articolo che ha l’obiettivo di raccontare in poche righe – per chi non lo sapesse – quel che di favoloso è il tesoro letterario-artistico-architettonico dell’Iran, antico di centinaia di migliaia di anni.
L’Iran, antica Persia, custodisce infatti uno dei patrimoni culturali più ricchi e stratificati del mondo. Quella terra, crocevia di civiltà per oltre tremila anni, offre un caleidoscopio di meraviglie che spaziano dall’architettura monumentale alla raffinata arte decorativa, dalla poesia sublime alle tradizioni artigianali tramandate di generazione in generazione.
La storia culturale iraniana affonda le radici nell’antichità, quando l’Impero Achemenide dominava un territorio che si estendeva dall’India ai confini dell’Europa. Persepoli, la magnifica capitale cerimoniale costruita da Dario I nel VI secolo a.C., rimane ancora oggi testimonianza della grandiosità architettonica persiana. Le sue colonne scanalate, i bassorilievi che narrano le processioni dei popoli tributari e la Porta delle Nazioni rappresentano capolavori di ingegneria e arte decorativa che hanno influenzato l’architettura mondiale.
L’arrivo dell’Islam nel VII secolo non cancellò l’identità persiana, ma creò invece una sintesi unica. La cultura iraniana assorbì e trasformò gli elementi islamici, dando vita a una civiltà distintiva che mantenne la propria lingua, le proprie tradizioni poetiche e la propria sensibilità artistica.
L’architettura iraniana rappresenta forse l’espressione più spettacolare della cultura persiana. Isfahan, definita “metà del mondo” dai suoi abitanti, incarna la perfezione architettonica islamico-persiana. La Piazza Naghsh-e Jahan, una delle più grandi al mondo, è circondata da capolavori architettonici: la Moschea dello Scià con la sua cupola turchese che riflette il cielo, la Moschea dello Sceicco Lotfollah con le sue ceramiche dai colori cangianti, e il Palazzo Ali Qapu con le sue sale decorate da intagli musicali. Le cupole iraniane, con le loro proporzioni matematicamente perfette e i rivestimenti in ceramica smaltata, creano effetti cromatici che variano con la luce del giorno.
Questa tradizione nell’arte della ceramica, che raggiunge l’apice nella città di Kashan, trasforma l’architettura in una sinfonia di blu cobalto, turchese e oro. I giardini persiani rappresentano un’altra meraviglia architettonica. Il concetto del paradiso terrestre, con i suoi quattro fiumi che si diramano dal centro, ha ispirato il design dei giardini iraniani per secoli. Il Giardino di Fin a Kashan e quello di Eram a Shiraz dimostrano come l’acqua, la geometria e la vegetazione possano creare spazi di contemplazione e bellezza.
La letteratura persiana ha donato al mondo alcuni dei più grandi poeti della storia umana. Hafez, ha creato versi di una bellezza e profondità spirituale che continuano a ispirare lettori in tutto il mondo. Rumi, il mistico del XIII secolo, ha trasformato l’esperienza spirituale in poesia universale. Le sue opere, tradotte in decine di lingue, parlano dell’unione con il divino attraverso metafore di straordinaria potenza evocativa. Omar Khayyam, astronomo e poeta, ha lasciato nelle sue quartine una riflessione sulla transitorietà della vita che risuona ancora oggi.
Ma più di tutti, personalmente mi appassiona l’eredità letteraria lasciataci da Sa’di di Shiraz (1210-1291 circa), Il Maestro della saggezza persiana, considerato uno dei più grandi poeti della letteratura mondiale, venerato per l’eleganza del suo stile e la profondità dei suoi insegnamenti morali. Sa’di nacque a Shiraz, la città dei poeti e delle rose, durante un’epoca di grande fermento culturale ma anche di instabilità politica.
La genialità di Sa’di risiede nella sua capacità di trasmettere profonde verità morali attraverso racconti accessibili e spesso divertenti. Le sue storie, pur radicate nella cultura islamica medievale, affrontano dilemmi etici universali che risuonano ancora oggi. Il Bustan (Il Giardino dei Frutti), completato nel 1257, è interamente scritto in versi e rappresenta la summa della saggezza spirituale di Sa’di.
Quest’opera, esplora temi mistici e filosofici e tratta dieci argomenti principali: giustizia, beneficenza, amore, umiltà, accettazione del destino, contentezza, educazione, gratitudine, penitenza e preghiera. Ogni sezione contiene insegnamenti spirituali profondi, spesso illustrati attraverso parabole e allegorie che rivelano la dimensione mistica dell’esperienza umana.
Ma oltre tutto ciò c’è ancora molto altro: l’arte decorativa iraniana raggiunge vette di perfezione tecnica e bellezza estetica raramente eguagliate. I tappeti persiani, con i loro disegni geometrici e floreali, rappresentano il pinnacolo dell’arte tessile mondiale. L’arte della miniatura persiana ha influenzato l’illustrazione libraria dal Medioevo al Rinascimento.
Questi dipinti in scala ridotta, caratterizzati da colori vivaci e dettagli minutissimi, narrano episodi della letteratura classica e della storia persiana con una sensibilità artistica unica. La lavorazione dei metalli, in particolare l’arte dell’incisione su rame e ottone, ha prodotto oggetti di straordinaria bellezza decorativa. I maestri di Isfahan continuano a creare vassoi, vasi e lampade ornati con calligrafie e motivi floreali di incredibile complessità.
Nonostante le sfide della modernità, l’Iran mantiene vive molte tradizioni culturali. Le cerimonie del tè, l’arte della calligrafia, e i bazar tradizionali continuano a far parte della vita quotidiana iraniana.
L’Iran contemporaneo dialoga costantemente con la propria eredità culturale. Cinema, letteratura e arte moderna traggono ispirazione dalle tradizioni millenarie, creando opere che parlano al mondo contemporaneo mantenendo radici profonde nella cultura persiana. Le meraviglie dell’Iran non risiedono solo nei monumenti del passato, ma nella continuità vivente di una cultura che ha saputo attraversare i millenni mantenendo la propria identità distintiva, con un patrimonio culturale che appartiene all’intera umanità.
Questa ricchezza culturale, frutto di sintesi successive tra tradizioni diverse, dimostra come l’arte e la cultura possano superare i conflitti politici e parlare direttamente al cuore umano. L’Iran rimane, oggi come ieri, una delle grandi civiltà del mondo, custode di tesori artistici e spirituali che continuano a ispirare e meravigliare.
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