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L’impatto delle serie tv turche, oltre a creare un mercato in patria e all’estero, ha contribuito a rilanciare l’immagine del paese, stimolando turismo, curiosità per la lingua, siti archeologici o cucina.
La Turchia e le serie tv, una scommessa vinta
Esiste un rapporto tra politica, diffusione della lingua e media audiovisivi.
Abbiamo già visto l’impatto delle serie tv turche e del loro potenziale economico. Al di là di creare un mercato in patria e all’estero (tramite streaming globale), queste hanno contribuito a rilanciare l’immagine del paese, stimolando turismo, curiosità per la lingua, siti archeologici o cucina.
I turchi (che evidentemente hanno studiato Gramsci) hanno condotto una serie di studi sull’impatto di serie e film sul pubblico internazionale.
Ad esempio, la Turchia è molto popolare tra le comunità islamiche della penisola balcanica: Kosovo, Macedonia, Albania e Bosnia Erzegovina.
Le università si sono occupate di studiare la diffusione della lingua turca tra queste comunità dopo la visione per uno o due anni di serie e film turchi in lingua con sottotitoli (la stragrande maggioranza degli utenti ha avuto un miglioramento nella comprensione della lingua, alcuni riuscivano persino a togliere i sottotitoli; i risultati peggiori si ottenevano nella produzione scritta e nella lettura, ma questo è intuibile).
Gli studi non sono diretti solo verso i Balcani, ma anche in Azerbaigian e nelle comunità azere in Iran. In particolare si va a testare il grado di interesse per la lingua, le serie, popolarità, diffusione e l’impatto (o stimolo) a studiare il turco.
Istanbul è proposta come luogo del turismo medio-orientale: non ancora Europa, ma nemmeno Asia o Medio Oriente. I giovani ragazzi sauditi vanno in vacanza in Turchia dopo la laurea, così i libanesi o gli egiziani. La Turchia è un paese moderno, disinibito rispetto ad altri della regione.
Nelle produzioni turche, per questi ragazzi, risuona qualcosa di familiare e innovativo, sembra di vedere la produzione audiovisiva italiana degli anni ’70: una società ricca di contraddizioni, difficile, violenta, con una maggiore problematicità tra i generi, ma dinamica (ovunque psicoanalisti, sciamani, stregoni, leggende); compare sempre almeno un grattacielo, un cantiere di un centro commerciale, di un’autostrada, spesso in contrasto con qualche pastore dell’Anatolia o un circo di gitani.
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