Quotidiano on-line ®

29.8 C
Rome
lunedì, Giugno 16, 2025
Mastodon

L’aggressione omofoba nella metro di Roma e la difesa dei golfisti

Cosa dire della disgustosa aggressione omofoba nella metro di Roma che non si sia già detto o che non risulti la solita condanna di facciata? Proviamo una strada diversa…

Sull’aggressione omofoba nella metro di Roma

La notizia è stata diffusa solo in questi giorni, ma i fatti risalgono al 26 febbraio. Nella stazione Valle Aurelia della metropolitana di Roma due ragazzi stavano attendendo il convoglio, quando un energumeno che si trovava sulla banchina opposta, mostrando una risolutezza degna di miglior causa, ha attraversato i binari per scagliarsi contro di loro a pugni e calci, e ciò perché disturbato dal fatto che i due si stessero baciando.

A parte la coincidenza per cui una delle due vittime è un socio di GayNet, a parte il fatto che a Roma la violenza -omofoba, ultrà, del sabato sera, di ogni tipo- è diventata elemento costitutivo della vita cittadina, a parte le ovvie dichiarazioni di condanna da parte del mondo politico, c’è qualcosa di originale che si può dire sull’episodio?

Forse sì: se ritenete che si possa fare dell’ironia anche su questi fatti, e se non siete suscettibili sull’argomento magari perché direttamente coinvolti, leggete le righe che seguono. Una strada diversa non vuol dire che non porti dove desiderate arrivare.

L'aggressione omofoba nella metro di Roma e la difesa dei golfisti

In difesa dei golfisti

Detesto il golf. Anni fa avevo un ufficio le cui finestre davano su un campo a 27 buche, e proprio non riuscivo a capire come quei quattro degenerati (probabilmente nel week end ne uscivano allo scoperto molti di più) provassero piacere nel trastullarsi con le loro mazze e palle.

Detesto anche il ridicolo abbigliamento cui il golf sembra costringere i suoi praticanti, e che vorrebbe trasmettere un’immagine raffinata della specialità, risultando invece sgradevolmente lezioso (ma avete visto le scarpe?).

Inoltre il golf è contro natura. Vi ingannano col fatto che si pratica nel verde, ma ditemi che cosa c’è di naturale in prati seminati e tosati, in alture e avvallamenti creati lungo il percorso, persino i laghetti sono artificiali.

Come se non bastasse, i golfisti tendono a fare comunità prevalentemente fra di loro, a vedersi nei loro club. E non c’è verso di convincerli a passare ad altre specialità (calcio, basket, tennis, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta): niente, non ne vogliono sapere!

L'aggressione omofoba nella metro di Roma e la difesa dei golfisti

E poi, possibile che siano tutti professionisti, manager, industriali, attori? No, ci sarà pure qualche golfista che fa l’operaio, ma giustamente si vergogna: ve lo immaginate che cosa succederebbe se uno si dichiarasse golfista in fabbrica o in un cantiere edile?

Comunque i golfisti esistono, e sono anche numerosi, quindi che facciamo? Continuiamo a prenderli in giro e a guardarli con disgusto come si faceva pubblicamente fino agli anni ‘60? Io dico di no: anche se il golf è la cosa più lontana dal mio modo di vivere, vedendo un golfista aggredito proprio perché golfista non esiterei un attimo a difenderlo. Così come non esito a sostenere la legittimità delle rivendicazioni da parte dei golfisti: anche se ormai sono stati riconosciuti ufficialmente (hanno addirittura la loro federazione in seno al CONI), forse c’è ancora spazio per mutamenti dell’ordinamento giuridico.

Ora sostituite la parola “golf” con “omosessualità” e “golfisti” con “persone omosessuali”, rileggete e vedete se il discorso fila.

Sempre viva la libertà. La vostra e la mia.

 

[themoneytizer id=”68124-28″]

A.C. Whistle
A.C. Whistle
Nasce alle pendici dei Nebrodi ma sin dalla prima infanzia vive a Roma, da dove non si è più mosso (“la mia famiglia è già emigrata troppo”, dice). Giuslavorista, etilista, pokerista, meridionalista, immoralista, si cela dietro quello che manifestamente è un nom de plume per tutelare la sua posizione sociale e censuaria. Convinto di essere la reincarnazione di Pietro Aretino, in quanto tale produce versi impudichi e faceti, mentre nella prosa predilige la forma breve del pamphlet, sia per dare sfogo alla sua misantropia (praticata come misandria e come misoginia con eguale trasporto), sia per assecondare la pigrizia contro cui ha smesso da tempo di lottare.

Ti potrebbe anche interessare

Seguici sui Social

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Ultimi articoli