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Telelavoro e smart working: normativa, vantaggi e insidie

Telelavoro e smart working, con l’emergenza sanitaria, stanno sviluppandosi e diventando sempre più adottate dalle grandi aziende, per risparmiare sui costi e aumentare la produttività. Ma non sono la stessa cosa e nascondono anche qualche insidia.

Telelavoro, smart working e l’Inail

Lo ha attestato l’Inail meno di 48 ore fa: il lavoro a distanza svolta durante il lockdown, con la permanenza obbligata a casa dei cittadini per il contenimento del contagio, non è vero smart working.

Può essere definita al massimo un modello ibrido tra il lavoro agile e il telelavoro. E non è esente da spunti critici già dai primi mesi di adozione, per cui ora può e deve essere adesso oggetto di riflessioni più approfondite per un ripensamento del lavoro in uno scenario nuovo, tenendo conto dei contesti produttivi e dello sviluppo tecnologico.

L’espressione corretta per tradurre smart working è lavoro agile, ma, al di là della traduzione, tra lavoro agile e telelavoro esistono delle differenze sostanziali di organizzazione del lavoro.

Telelavoro nel settore privato

“…il lavoratore è assoggettato al controllo e alle direttive del datore di lavoro, il quale decide sull’hardware da impiegare, il software da installare, gli orari di lavoro, il tipo di collegamento telematico, le procedure da seguire” (D.P.R. n. 70/1999, art. 2, c. 1, lett. b); Accordo 9/6/2004, art. 1, c. 1, Circolare INPS 27 febbraio 2015, n. 52).

La prestazione di lavoro viene svolta in aree diverse dai locali aziendali ma ben identificate.

Oltre al luogo di lavoro, nel contratto di assunzione sono definiti anche gli orari: la reperibilità è rigida e non permette deroghe unilaterali da parte del prestatore.

In ragione della predetta inflessibilità, il datore di lavoro potrà effettuare anche ispezioni per assicurarsi la regolarità della prestazione di lavoro.

Il riposo è obbligatorio per 11 ore consecutive ogni 24 con astensione lavorativa dalla mezzanotte alle 5.

Il lavoratore deve essere dotato di tutti gli strumenti necessari per lo svolgimento della prestazione medesima (personal computer, tablet, ecc.)

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Smart Working. Differenze

Lo smart working si riferisce alla possibilità data dall’azienda di svolgere la propria mansione in modalità agile.

In questo caso la giornata di lavoro è svolta con totale autonomia organizzativa in ordine a orari e luoghi di svolgimento della prestazione.

Dunque, non importa se a casa o seduti in un pub, l’importante è aver svolto il programma di lavoro anche se lo si è concluso in una fascia oraria non canonica.

La legge n. 81/17 prevede che per l’adozione dello smart working occorre procedere con un accordo scritto (durata, preavviso, esecuzione, ecc.) tra datore di lavoro e dipendente.

L’accordo va comunicato telematicamente al Ministero del Lavoro (in questo periodo di emergenza sono state previste una serie di semplificazioni es. l’accordo può essere sostituito da un’autocertificazione).

Per i lavoratori nei cui confronti si applica lo smart working od il telelavoro, la legge prevede lo stesso trattamento economico e normativo applicato per il lavoratori inside, cioè ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni in azienda nella sede lavorativa.

Inoltre è rispettato diritto alla tutela avverso infortuni sul lavoro e malattie professionali, nonostante siano svolti all’esterno dei locali aziendali.

Conclusioni

Purtroppo, è bene sottolinearlo, se da una parte il lavoratore gode di alcuni vantaggi evidenti quali il risparmio dei costi di spostamento, una maggior presenza a casa/famiglia, la possibilità di seguire una dieta equilibrata, ecc., dall’altro non si può prescindere da fattori negativi quali l’azzeramento della socialità con i propri colleghi di lavoro, e, soprattutto, il rischio primario di non avere orari effettivi di lavoro.

Difatti, la reperibilità durante le ore dedicate al riposo (non concepita come straordinario) è l’alea rilevata anche dall’ILO (l’Organizzazione internazionale del lavoro) e dell’Eurofound, i quali hanno evidenziato che i telelavoratori svolgerebbero un numero di straordinari superiore rispetto ai colleghi seduti alla propria postazione in azienda.

Come cambia il mondo del lavoro con lo smart working

 

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Giuseppe Pennone
Giuseppe Pennone
Giuslavorista napoletano, appassionato di pittura, ha collaborato con numerose riviste ed associazioni culturali in qualità di esperto di tematiche sociali quali lavoro, diritti negati e ambiente.

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