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lunedì, Giugno 16, 2025
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Sofagate: la sedia mancante che turba l’Europa

La storia ormai la conoscete tutti e ancora fa discutere: il Sofagate. Per dirla alla Gadda, parliamo di quel pasticciaccio brutto di Ankara, la sedia mancante che turba l’Europa.

Sofagate, la sindrome della sedia mancante

La settimana scorsa la numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sono andati insieme a incontrare il presidente turco. Il vertice si è svolto a favore di telecamere e già nel prologo era  diventato un caso diplomatico. Le poltrone preparate erano solo due: una per Erdogan, l’altra per Michel. I due uomini. Dopo un istante di imbarazzo generale, la Von der Leyen è stata invitata ad accomodarsi su di un divano, lateralmente posizionato rispetto ai due maschi leader.

Sofagate: la sedia mancante che turba l'Europa

La faccenda non nasce da equivoci o disguidi organizzativi, è proprio sessismo perché sei anni fa, nella stessa situazione – le due massime cariche europee erano ricoperte da Jean Claude Juncker e Donald Tusk e il cerimoniale turco aveva previsto tre sedie paritarie.

Le immagini hanno fatto il giro del mondo ed ll caso è stato immediatamente bollato come Sofagate.

E veniamo al nostro Paese. Appena ventiquattro ore dopo, durante una conferenza stampa incentrata sulla campagna vaccinale, il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, si è lasciato andare a un duro commento:

“Non condivido il comportamento di Erdogan, credo che sia stato inappropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dovuto subire. Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio”.

Governo Draghi, l'agenda delle emergenze

A parte l’interpretazione del senso stretto delle parole del premier ( che significa “un giusto equilibrio”? Che se va a nostro favore si chiude un occhio e chi se ne frega dei diritti degli altri?) c’è stato un plauso generale dell’opinione pubblica generale.

Non l’hanno presa bene invece in Turchia che  hanno prima convocato l’ambasciatore italiano per chiarimenti, poi sono passati al contrattacco. In assenza di scuse ufficiali da Palazzo Chigi, Ankara ha congelato una maxicommessa che stava per accordare al gruppo Leonardo: oltre 150 milioni di euro per rinnovare la flotta di elicotteri in dotazione alla scuola delle forze armate turche.

Questa situazione, unita al fatto che l’abituale interscambio fra Italia e Turchia, prima del covid era arrivato a toccare i 17 miliardi di euro l’anno forse rientra tra le ragioni del giusto equilibrio a cui accennava il premier.

Intanto ancora ieri in Europa si parlava del Sofagate: “un incidente molto imbarazzante“.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha qualificato così il fattaccio nel suo intervento alla Conferenza dei presidenti del parlamento europeo.

 

Il presidente Charles Michel, da parte sua, si è detto profondamente rammaricato per l’incidente del  ha parlato di offesa alla presidente della Commissione e a tutte le donne. Il politico belga ha rivelato che il servizio di protocollo del Consiglio non ha avuto accesso alla sala riunioni con Erdogan, quella dove si è verificato l’incidente della sedia, e ciò è stato un errore. Ma secondo Michel, mostrare disappunto con Erdogan avrebbe messo a repentaglio il lavoro fatto con la Turchia, riconoscendo tuttavia che l’unità dell’Ue è stata intaccata dall’incidente.

Sofagate: la sedia mancante che turba l'Europa

E qui siamo al paradosso: non è bastata la politica destabilizzante in Siria, né quella in Libia, né la repressione violenta del dissenso in patria. Non è bastata la persecuzione dei curdi,  dei giornalisti, né la violazione dei diritti umani dei profughi siriani, afgani e iracheni (che imprigiona incassando soldi dall’UE, per evitare che arrivino in Europa). Non è bastato nemmeno il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

L’Europa si è sempre  coperta gli occhi di fronte alle azioni di Erdogan perchè la Turchia è uno dei membri più importanti della Nato, ha un esercito potente che fa spesso il lavoro sporco nell’area. Certo, di tanto in tanto, Bruxelles fa qualche comunicato in cui prende le distanze. Ma sembra sempre di vedere la scena di Tre uomini e una gamba, quando Giacomo che sta per sposarsi dice a Marina Massironi: “Mi sposo? Si ma, niente di serio”

Ci è voluto il Sofagate per apostrofare Erdogan come dittatore perché la sedia mancante è un affronto intollerabile.

 

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Alexandro Sabetti
Alexandro Sabetti
Vice direttore di Kulturjam.it -> Ha scritto testi teatrali e collaborato con la RAI e diverse testate giornalistiche tra le quali Limes. Ha pubblicato "Il Soffione Boracifero" (2010), "Sofisticate Banalità" (Tempesta Editore, 2012), "Le Malebolge" (Tempesta Editore, 2014), "Cartoline da Salò" (RockShock Edizioni)

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