L’inchiesta Fondi Lega, con l’arresto di Francesco Barachetti, riporta a galla l’universo torbido che ruota intorno a Matteo Salvini.
Fondi Lega: giri vorticosi di denaro, arresti e inchieste
Fondi Lega: l’arresto di Francesco Barachetti, l’idraulico bergamasco della Val Seriana al centro di un vorticoso giro di denaro legato al Carroccio, ancora una volta riporta a galla l’universo torbido che ruota intorno a Matteo Salvini.
Un buco nero fatto di arresti, conti segreti, inchieste continue che vengono risucchiate nel nulla: una questione morale che non sfiora nemmeno lontanamente i vertici del Carroccio che, invece, continuano a minimizzare.
Già a settembre c’era stata una prima deflagrazione con l’inchiesta sul capannone di Cormano: gli arrestati erano nomi di spicco nella struttura finanziaria del partito di Salvini ma fatti passare come personaggi minori. L’inchiesta sui commercialisti, si diceva, come si trattasse di una banda del buco. E invece la banda dei quattro, un prestanome e tre commercialisti, per l’appunto, era composta da personaggi tutti strettamente legati alla Lega, Michele Scillieri, Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Fabio Giuseppe Barbarossa.
La questione tocca direttamente gli apparati politici: Di Rubba era amministratore al Senato del gruppo del Carroccio, Manzoni era invece il revisore del partito alla Camera.
I nomi dei due commercialisti erano emersi anche nell’inchiesta sulla scomparsa dei 49 milioni di fondi pubblici che la Lega avrebbe dovuto restituire allo Stato. Arturo Maria Scillieri poi, è il commercialista nel cui studio è stato fondato e domiciliato il movimento Lega per Salvini premier. E Barbarossa è il cognato di quest’ultimo e, nell’inchiesta, veniva indicato come un prestanome.
Tra le pagine dei pm emergevano dettagli sulle implicazioni politiche della vicenda:
Del resto che la presente vicenda abbia generato fibrillazioni ai piani alti della politica ne è prova il riservato incontro tenutosi in Roma per studiare anche le strategie di difesa del direttore della filiale di Seriate di Banca Ubi, Marco Ghilardi.

L’arresto di Francesco Barachetti
La vicenda, leggendo i primi resoconti, pare inizi nel 2015 con l’ascesa del capitano Salvini, quando Giulio Centemero da poco nominato tesoriere della Lega, chiama Manzoni, suo ex compagno di università, per occuparsi dei conti del partito. A sua volta Manzoni è socio di studio di Di Rubba, il quale conosce benissimo Barachetti, perché sono entrambi cresciuti a Casnigo e vengono da famiglie di imprenditori di quel paese.
Del vorticoso giro di denaro su cui la magistratura sta indagando e che ha portato ai domiciliari la banda dei commercialisti bergamaschi vi abbiamo detto. Ora l’attenzione degli inquirenti si è posata su Baracchetti il cui fatturato tra il 2013 e il 2018 è passato da 616 mila a 4,1 milioni di euro.
Tra gli atti dell’inchiesta di Milano si legge che nel triennio 2016\ 2018, da società e personaggi legati direttamente alla Lega sono usciti 2 milioni di bonifici verso i conti bancari della società di Barachetti.
Ma quei soldi, in buona parte, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, son tornati subito nella disponibilità di Di Rubba e Manzoni, a loro volta beneficiari di lauti bonifici dal partito di Salvini.
[wp_ad_camp_1]
L’Ufficio informazioni finanziarie (Uif) della Banca d’Italia in un rapporto sottolinea che:
Le operazioni di accredito -verso i conti di Barachetti – connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, erano seguite da operazioni di segno contrario in favore di professionisti o società riconducibili al partito.
Questo meccanismo ha un nomee preciso nel nostro codice penale: riciclaggio.
Altro elemento dell’inchiesta riguarda la società Nsa servizi, sempre della coppia Di Rubba-Manzoni, specializzata in noleggio autovetture, il cui fatturato tra il 2016 al 2019 è passato da 175mila euro a oltre 700mila, avendo come cliente principale proprio la Lega.
Tutto questo non rientra solo in un quadro di gravi illeciti amministrativi e di degenerazione delle attività economiche ed imprenditoriali di un gruppo di soggetti collegati alla politica, ma è una vera e propria pratica di turbativa della vita democratica del paese, poiché sottintende a un possibile finanziamento illecito. Nello sport parleremmo apertamente di doping.
[wp_ad_camp_3]
[wp_ad_camp_5]
Fondi Lega, Coronavirus e Salvini sparisce