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L’assurdo arresto di Dana, attivista No Tav: in carcere per un blocco stradale

Rabbia e sgomento per l’arresto di Dana Labriola, attivista NoTav, condannata a due anni di carcere dal Tribunale di Torino per un blocco stradale avvenuto il 3 marzo del 2012.

L’arresto di Dana Lauriola: rabbia e dolore tra la comunità No Tav

Questa notte Dana Lauriola è stata prelevata dalla sua abitazione di Bussoleno, dove da due giorni era presente un presidio di attiviste e attivisti NoTav, per essere trasferita in carcere, alle Vallette di Torino.  Si sono verificate da parte delle forze dell’ordine anche cariche e la notifica di domiciliari a un altro attivista.

Presidio notturno di solidarietà a Dana Lauriola

La giovane portavoce del movimento NoTav residente a Bussoleno era stata condannata assieme ad altri, tra cui Nicoletta Dosio, per aver partecipato alla manifestazione del 3 marzo 2012. In quell’occasione era stata bloccata l’autostrada Torino-Bardonecchia impedendo il funzionamento delle sbarre del casello di Avigliana giornata.

Nella conferenza stampa convocata d’urgenza dagli attivisti No Tav, si esprime lo stupore e l’amarezza per l’arresto di Dana, ricordando i fatti contestati:

Un’azione in cui non si è verificato nessun danno fisico contro oggetti o persone. Non si capisce quale reato si dovrebbe contestare, se non il favoreggiamento del traffico.

Nelle motivazioni della sentenza il Tribunale di Torino dichiara che qualsiasi misura alternativa alla pena detentiva è da rifiutare in quanto Dana non si sarebbe allontanata né dal movimento NoTav né dal territorio in cui viene portata avanti la contestazione contro al realizzazione del progetto di alta velocità ferroviaria.

Ha dichiarato al “Manifesto” Claudio Novaro, avvocato e assistente dell’attivista:

Sconcerta che il tribunale neghi le misure richieste chiamando in causa il dato territoriale, la residenza di Dana a Bussoleno, per sostenere tra le altre cose che la vicinanza con i luoghi della protesta NoTav comporta il rischio di commissione di nuovi reati.

Dunque, come già successo nei precedenti casi di Nicoletta Dosio, 73 anni, condannata in via definitiva a un anno di reclusione e Luca Abbà, condannato per resistenza a pubblico ufficiale, la magistratura sembra muoversi secondo logiche politiche e non giudiziarie.

L’opera va fatta ad ogni costo, non sono ammessi disturbatori.

 

La polizia ha caricato gli attivisti presenti al presidio di solidarietà per Dana Lauriola

La dura analisi del magistrato Livio Pepino sulla gestione repressiva del movimento NoTav

Secondo il magistrato ed ex-direttore del Gruppo Abele Livio Pepino (autore tra l’altro del libro: Come si reprime un movimento: il caso Tav) si tratta di una decisione preoccupante perchè fa parte di uno schema consolidato di contrasto a qualsiasi opposizione sociale e politica alla costruzione della Torino-Lione.

Il ragionamento del Tribunale di Torino non viene formulato sulla base delle caratteristiche della persona della quale si predispone la sorveglianza bensì a partire da considerazioni di carattere più generale sulla sua vicinanza o meno al movimento NoTav.

Si tratta di un atteggiamento ormai replicato e reiterato nel tempo, per cui ci si sta allontanando dal diritto penale classico, incentrato sulla responsabilità individuale, fra le altre cose, per andare verso un schema che è stato chiamato “diritto penale del nemico”.

I contributi video e foto sono della pagina Facebook Notav.info

 

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