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lunedì, Giugno 23, 2025
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La Palestina tra pandemia e occupazione militare è al collasso

La Palestina tra pandemia e occupazione militare è al collasso. Per l’agenzia Onu al Commercio e sviluppo (Unctad) il tessuto socio-economico della Cisgiordania e della Striscia di Gaza è ormai allo stremo. Pesano le chiusure imposte dall’epidemia di Covid ma la situazione era già segnata dall’occupazione militare di Israele.

La Palestina tra pandemia e occupazione

Nella sola Striscia di Gaza due milioni di esseri umani vivono confinati nello spazio di appena 365 chilometri quadrati, uno dei luoghi più densamente popolati del pianeta Terra.

La Striscia ha una cronica mancanza di cure mediche di qualità, un deficit nelle forniture sanitarie, per il quale è difficile anche solo trovare un aspirina, personale medico sottopagato, un’alimentazione inaffidabile, carenza di carburante, con oltre il 90% dell’acqua inquinata e cattive fognature. Immaginate tutto questo combinato con la pandemia di Covid-19.

L’agenzia delle Nazioni unite per il Commercio e lo sviluppo (Unctad) ha ricostruito in un rapporto la gravità della situazione nei territori occupati della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, dove  secondo i dati ufficiali forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità ai primi giorni di ottobre si contavano già 55.134 nuovi casi positivi e 442 decessi.

Le autorità hanno risposto all’emergenza con chiusure generalizzate e limitazioni alla circolazione delle persone. Un’iniziativa che, secondo gli esperti dell’Unctad, ovviamente, come già in ogni luogo del mondo, ha avuto ricadute economiche di vasta portata dovute al rallentamento delle importazioni, alla riduzione dell’offerta di manodopera, allo stop delle attività economiche e della produttività.  Ma questo va parametrato alla situazione locale già drammatica.

Il bilancio statale è crollato ma alle condizioni precarie dell’Anp si è affiancato quelle del comparto privato con riduzione dei salari del 50 per cento.

Ad aprile, solo un mese dopo l’inizio delle restrizioni indotte dalla pandemia, le entrate dell’Anp provenienti dal commercio, dal turismo e dai trasferimenti erano crollate ai livelli più bassi degli ultimi 20 anni.

Secondo il report dell’Unctad, il deficit nel 2020 supererà probabilmente quota 1 miliardo di dollari e potrebbe arrivare fino a 1,4 miliardi.

La Palestina tra pandemia e occupazione militare è al collasso

Ricordiamo che le associazioni italiane del Coordinamento Europeo dei Comitati e Associazioni per la Palestina (ECCP), hanno inviato una lettera all’Alto Rappresentante Borrell e ai Ministri degli Esteri dei Paesi dell’UE, con oggetto “Urgent call for an emergency help for Gaza – end the blockade now!”, in cui si ricorda come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denunciato più volte le gravi violazioni da parte di Israele, quale potenza occupante, del suo dovere di garantire la salute della popolazione di Gaza; e rilevato che questo ha portato il sistema sanitario della Striscia ad uno stato di collasso tale da rendere impossibile soddisfare le esigenze di salute degli abitanti in circostanze “normali”, meno che mai durante una crisi pandemica.

Purtroppo, si è verificata quindi negli anni più volte la impossibilità di interlocuzione produttiva con Israele per una soluzione della crisi della salute a Gaza, ed anche adesso, nonostante le circostanze della pandemia che richiede di agire rapidamente e con strumenti diversi, la risposta del Governo Israeliano è di negazione dei suoi obblighi, di fatto sottraendosi anche ad un sostegno umanitario.

La Palestina tra pandemia e occupazione militare è al collasso

Wisam el-Rayes: Un altro anno di lotta per i palestinesi dopo il 2020 straziante

Un altro anno di lotta per i palestinesi dopo il 2020 straziante, è quello che li aspetta. Lo ha dichiarato l’attivista Wisam el-Rayes, portavoce della Federazione delle donne palestinesi, in un dialogo con Prensa Latina.

La tenaglia stretta sulle loro vite tra l’occupazione israeliana e il coronavirus è devastante.

Funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) hanno avvertito che i territori sotto la loro giurisdizione sono sull’orlo di una catastrofe sanitaria, a causa della proliferazione di SARS-CoV-2 e della fragilità del sistema sanitario locale, già saturo.

Dopo un calo dei contagi nei mesi estivi, nelle ultime settimane l’ANP ha nuovamente isolato città e villaggi con alti tassi di contagio, vietato il trasporto tra i governatorati e ripristinato il coprifuoco generale il venerdì e il sabato, mentre la reclusione prevale di notte da domenica a giovedì e la mattina presto.

Tutto ciò, ha ricordato Wisam el-Rayes all’interno del solito quadro ignorato dalla comunità internazionale, con il governo di Israele che continua il blocco economico, la chiusura delle strade e a confiscare terre ai palestinesi per costruire più colonie, che proliferano in Cisgiordania.

El-Rayes ha espresso preoccupazione per le prospettive nerissime in cui quasi due milioni di persone sopravvivono all’interno della striscia di Gaza recintata e assediata, che ora sta affrontando una seconda ondata di Covid-19 che ha portato all’eliminazione di molti posti di lavoro e l’aumento della povertà, già endemica nell’area.

 

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