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Il Natale è in fondo il giorno in cui simbolicamente facciamo rinascere il desiderio, la nostra specificità umana e la sua prepotenza è di quelle domande che ci fanno rinascere come essere umani.
La “prepotenza”del Natale
Un desiderio agita noi umani fino alla fine dei nostri giorni: capire cosa ci stiamo a fare al mondo e perché siamo destinati alla morte.
E quel desiderio è scolpito nel nostro cuore e ci fa essere davvero umani perché sentiamo di non coincidere con il mondo, di essere eccedenti rispetto a esso, a differenza di tutti gli altri viventi.
Gli esseri umani hanno bisogno di rendere abitabile il mondo perché non possono coincidere con il mondo, sono inadatti al mondo, a differenza di tutti gli altri viventi. Infatti, esso sfugge sempre, dal momento che possono pensare la morte, ne hanno coscienza.
E tale coscienza fa sì che desiderino l’infinito, non si accontentino del solo pane, eccedano la loro biologia, abbiano cioè un immaginario disfunzionale.
L’essere umano che vive nello scarto e che non coincide con il mondo e con la propria biologia è dunque libero, perché è in grado di costruire un proprio habitat, di elaborare il reale, di farlo diventare altro, di dare mille significati alle cose perché il mondo non è solo ciò che vorrebbe il codice biologico come nel caso di gli altri esseri viventi.
È un desiderio difficile da portare e per questo il nulla ci tenta con la cattiva infinità del godimento sfrenato che ci dà l’illusione di coincidere con il mondo, di non desiderare niente, di essere risolti, non eccedenti.
Il Natale è in fondo il giorno in cui simbolicamente facciamo rinascere il desiderio, la nostra specificità umana. Ed è anche il giorno della speranza, perché ogni uomo e donna ha scolpito nel proprio cuore quel desiderio di capire cosa facciamo al mondo.
Dunque, anche chi si perde nel nulla della cattiva infinità lo fa proprio perché quel desiderio questiona, è difficile da ascoltare, è prepotente e si prende sempre l’ultima parola e ci chiede: chi sei, che ci fai al mondo, che significato dai al vivere e al morire?
Auguro a tutti e tutte il Natale: la prepotenza di quelle domande che, nonostante tutto, nascono nel nostro cuore e ogni giorno ci fanno rinascere come essere umani.
* Articolo per gentile concessione di Claudio Bazzocchi dalla sua pagina Fb
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