Il blocco cautelativo delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca sta ridando fiato a quella parte di paese che per brevità di cronaca abbiamo messo sotto il cappello di No vax. Il rifiuto psicologico di accettare come vero un fatto stabilito genera negazioni e distorsioni come la dittatura sanitaria prima e la psicosi vaccini ora: cosa mi staranno iniettando?
Psicosi vaccini: la cronaca
Prima di qualsiasi riflessione, partiamo dalla cronaca: ipotizza l’omicidio colposo, al momento contro ignoti, l’indagine della procura di Biella sulla morte di Sandro Tognatti, avvenuta a diciassette ore di distanza dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca. Quello del professore-musicista morto nel fine settimana è solo uno dei casi sospetti che, in attesa di stabilire l’eventuale nesso tra il vaccino e i decessi, ha portato al blocco cautelativo delle dosi di AstraZeneca in Italia e in mezza Europa.
L’ultima denuncia, in ordine di tempo, è quella per il caso della 54enne Sonia Battaglia. La donna lotta tra la vita e la morte all’ospedale del Mare di Napoli, ricoverata in terapia intensiva dopo una dose del lotto ABV5811, lo stesso del docente biellese. Come il musicista, non aveva patologie pregresse.
Il lotto ABV5811 è stato il secondo a finire sotto sequestro dopo l’ABV2856, bloccato nei giorni scorsi in seguito alla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò in Sicilia. Aperta un’inchiesta anche sui decessi di Davide Villa, il poliziotto dell’Anticrimine di Catania morto il 7 marzo, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, e del maresciallo Giuseppe Maniscalco, 54 anni, morto per infarto a Trapani oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. L’autopsia avrebbe escluso qualsiasi nesso tra il decesso e il vaccino, ma il procuratore Maurizio Agnello ha comunque disposto ulteriori accertamenti istologici.
Psicosi vaccini: le reazioni
Le verifiche aggiornate condotte nel Regno Unito forniscono “prove molto rassicuranti” sui vaccini anti Covid prodotti da AstraZeneca già somministrati ad oltre 11 milioni di cittadini britannici, e confermano che non vi è “un aumento di casi di trombi sanguigni” fra coloro che lo hanno ricevuto. Questo chiarimento è stato affidato alla Bbc dal professor Andrew Pollard, responsabile in seno all’università di Oxford del progetto di ricerca da cui il vaccino AstraZeneca è nato. I dati, ha notato Pollard, riguardano la Gran Bretagna, cioè “il Paese che ha finora somministrato la maggior parte delle dosi in Europa”.
Ema fino ad ora, ha calcolato e registrato 30 trombi su cinque milioni di dosi somministrate. Clinicamente piccola cifra, psicologicamente e socialmente una enormità. Una cosa è certa ed è che “evitare la psicosi collettiva“, come detto da più parti nelle ultime ore, è una pia illusione.
La verità fantasma
Quest’estate, in piena ondata negazionista grazie a comportamenti scellerati di una parte della politica che ha alimentato comportamenti che si sono rivelati sciagurati, e che ora invece tranquillamente siede al governo dicendo l’esatto contrario a giorni alterni, la sociologa italiana Francesca Coin, fece un parallelo molto interessante tra i processi di negazione/negazionismo e la normalizzazione della morte dei soggetti sacrificabili.
Per lei la negazione sarebbe un processo individuale che fa riferimento al rifiuto psicologico di accettare come vero un fatto stabilito: un soggetto, quando reprime un fatto, cerca di ignorare il più possibile una verità scomoda.
Il negazionismo, a sua volta, non sarebbe solo la rimozione della realtà, ma la costruzione di un’alternativa ad essa. In questo senso, è un processo più complicato, che mette in moto le disuguaglianze e le strutture di potere della nostra società.
Il negazionismo offre una visione distopica del mondo, in cui la scienza è negata e pochi sono affidabili, se un individuo crede di essere costantemente ingannato paradossalmente rischia di accettare le falsità degli altri.
L’argomento usato è quello che la verità è continuamente soppressa dai nemici a seguito di un complotto. Così, il fatto stesso che ci sia una sorta di resistenza è visto come qualcosa di eroico e rappresenta già di per sé una vittoria per le forze della verità.
Il personale medico che rifiuta di vaccinarsi appare nell’agorà dei social come un novello Goldrake che si oppone all’inganno del grande complotto.
Bloccare AstraZeneca non è visto come un atto dovuto, non come una rassicurazione che le precauzioni sono la norma e non l’eccezione, ma la conferma della propria convinzione: ecco, lo sapevo, cosa ci stanno iniettando?
La soluzione platonica al negazionismo sarebbe stabilire una credibilità accademica alternativa e una politica priva di mascheramento morale. Che è più o meno come parlare del sesso degli angeli.
Questo potrebbe essere possibile solo in un contesto in cui le visioni diverse di ciò che significa essere umani dovrebbero basarsi non sulle illusioni di ciò che vorremmo essere, ma sulla responsabilità di ciò che siamo.
E allora non resta che attendere il nuovo comunicato dell’Ema, il cambio narrativo sui media e le rassicurazioni dell’uomo della provvidenza di turno. Alla diffusione del virus, si affianca così un altro fenomeno pandemico, quello di una angoscia stroboscopica: si accende e si spegne, si accende e si spegne…
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