Quotidiano on-line ®

26.1 C
Rome
lunedì, Luglio 7, 2025
Mastodon

Settembre 1974: il primo delitto del mostro di Firenze

www.kulturjam.it è un quotidiano online indipendente completamente autofinanziato. Il nostro lavoro di informazione viene costantemente boicottato dagli algoritmi dei social. Per seguirci senza censure, oltre alla ricerca diretta sul nostro sito, iscrivetevi al nostro canale Telegram o alla newsletter settimanale.

Era il 15 Settembre 1974 quando un contadino si imbatte in una Fiat 127 blu nei pressi del suo vigneto. Riverso nell’auto, un ragazzo che indossa solo degli slip. Accanto al tubo di scappamento il cadavere di una ragazza completamente nuda: è il primo delitto del mostro di Firenze.

Due giorni prima del novilunio: il primo delitto del mostro di Firenze. (Prima parte)

Sabato 14 Settembre 1974 sono circa le 23.45, quando una coppia che transita nelle campagne del Mugello sente alcuni colpi di pistola provenienti da un vigneto.

La domenica successiva alle 7.40, Pietro Landi si sta dirigendo proprio lì. È il proprietario di quella vigna nei pressi del fiume Sieve in località Rabatta, frazione a metà strada tra Borgo San Lorenzo e Vicchio. Ma non ci entra nemmeno, perché scorge una Fiat 127 blu in mezzo ad un campo ed una scena agghiacciante

La portiera anteriore destra è aperta: a pochi metri – all’altezza del tubo di scappamento- giace il corpo di una ragazza con le gambe aperte, completamente nuda ed intrisa di sangue. Le hanno infilato nella vagina un tralcio di vite. Sul lato del guidatore, il corpo riverso di un ragazzo che indossa solo degli slip. La portiera è bloccata dall’interno ed il vetro è in frantumi.

Sono Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini, rispettivamente di 19 e 18 anni. Le prime vittime del Mostro di Firenze.

Sulla scena del crimine, gli oggetti personali dei due ragazzi sono sparsi per centinaia di metri. Rituale comune in tutti i delitti del ( o dei ) serial killer..

I due furono sorpresi mentre si erano appartati, in una zona nota alle coppie e ai “guardoni”

Pasquale venne raggiunto da cinque colpi di pistola e morì sul colpo, seduto al volante. Stefania venne raggiunta da tre proiettili, alle gambe e all’addome, non mortali, per essere trascinata fuori dall’auto e massacrata con 97 coltellate. Furono i primi tre colpi ad essere letali, così violenti da ledere lo sterno. I rimanenti circoscrivono il pube e ed il seno.  Mentre la vagina non presentava lesioni. Il tralcio era stato solo introdotto, senza pressioni o particolare violenza. Anche il ragazzo presentava cinque ferite da taglio, post mortem.

L’assassino o gli assassini esplosero otto colpi di arma da fuoco. I bossoli vennero raccolti solo nel pomeriggio della domenica. Inizialmente gli inquirenti pensarono a un delitto commesso esclusivamente con arma bianca. Solo in seguito, nei laboratori di medicina  legale, sui cadaveri dei ragazzi furono scoperte le ferite prodotte dai colpi d’arma da fuoco.

Allertati dai medici legali, gli inquirenti tornarono sul luogo del delitto -dove la Fiat 127 era stata nel frattempo rimossa-alla ricerca dei bossoli, ma non furono ritrovati tutti. I proiettili appartenevano ad una Beretta Calibro 22 Long Rifle (LR) Serie 70.

Con i limitati mezzi investigativi dell’epoca, nessuno mise in correlazione questa analogia con il duplice omicidio di sei anni prima a Signa. Quello dove era sopravvissuto un bimbo di 6 anni, Natalino Mele. Eppure l’arma e i proiettili sono gli stessi: Winchester a palla ramata con impresso sul fondello la lettera H, esattamente lo stesso tipo di proiettili con le stesse imperfezioni.

Quel sabato sera Pasquale, alle 21.30 passò a prendere Stefania a Vicchio, dove abitava. Un quarto d’ora prima, il ragazzo aveva accompagnato la sorella Maria Cristina al “Teen Club” una discoteca di Borgo San Lorenzo. Dove la coppia avrebbe dovuto raggiungere più tardi  gli amici. Durante il tragitto probabilmente decidono di appartarsi in quel luogo, che i due conoscevano come indicato negli appunti del diario di Stefania. I due sono stati sorpresi  ovviamente mentre facevano sesso, la morte li attendeva nascosta in quel vigneto.

Sembra da escludere che l’obiettivo del Mostro fossero proprio Stefania e Pasquale ma semplicemente una qualunque coppia che si sarebbe appartata in quel luogo. La ricostruzione del tragitto dei fidanzati, non rivela nessun pedinamento.

Le indagini si dirigono principalmente verso il mondo del voyeurismo. I magistrati si focalizzano su Guido Giovannini, guardone dal passato violento. Ci sono tre testimoni che collocano l’uomo nelle campagne, nei pressi della scena del crimine – precedentemente al delitto- con atteggiamenti esibizionistici ed intimidatori, nei confronti delle coppiette.

Ci sono anche le solite lettere anonime che girano intorno alla vicenda. Una telefonata alla caserma dei carabinieri di San Lorenzo. Ma questa è  un’altra storia, che vedremo prossimamente insieme ad un verbale dimenticato in cui si indica che alcuni militari dell’Arma sarebbero coinvolti nel giro dei “guardoni”.

Giovannini viene rivoltato come un calzino. Anche la sua abitazione è perquisita, in presenza della moglie Anna. Vengono ritrovati una roncola macchiata, presumibilmente di sangue, e alcune carabine non dichiarate. Il giorno dopo, l’uomo – in Abruzzo per lavoro- viene arrestato e detenuto a Firenze.  In seguito gli esami accertano, che le macchie ematiche sulla roncola sono di tipo animale, inoltre un paio di testimonianze scagionano del tutto Guido. Che forse è un guardone molesto ma non un assassino. Lui e i familiari, verranno indagati per almeno un anno senza esiti concreti. (Continua)

Settembre 1974 il primo delitto del mostro di Firenze Pasquale e Stefania
Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini

Sostieni Kulturjam

Kulturjam.it è un quotidiano indipendente senza finanziamenti, completamente gratuito.

I nostri articoli sono gratuiti e lo saranno sempre. Nessun abbonamento.
Se vuoi sostenerci e aiutarci a crescere, nessuna donazione, ma puoi acquistare i nostri gadget.

Sostieni Kulturjam, sostieni l’informazione libera e indipendente.

VAI AL LINK – Kulturjam Shop

Leggi anche

Giuseppe Folchini
Giuseppe Folchini
Laureato in Scienze della Comunicazione. Già notista politico per alcuni periodici, blogger dei diritti civili e sociali.

Ti potrebbe anche interessare

Seguici sui Social

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img

Ultimi articoli