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venerdì, Giugno 20, 2025
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Sonetti capitolini: a Federico Lobuono candidato sindaco

Federico Lobuono candidato sindaco, non è il titolo di un fumetto, come potrebbe essere Archimede va in vacanza o Paperino centurione romano, ma il settimo sonetto di una serie dedicata ai candidati sindaci di Roma.

Sonetti capitolini

Nel XVI secolo a Roma sulla statua di Pasquino venivano posti nottetempo componimenti in versi, scritti in forma anonima anche da poeti famosi (fra i quali Pietro Aretino), che sbeffeggiavano il potere papale. Oggi il poeta A.C. Whistle dedica un sonetto satirico a ciascuno dei candidati a sindaco di Roma, dando corpo ai giudizi popolari più biechi e al loro fondo di verità.

Sonetti capitolini ad Andrea Bernaudo candidato sindaco

Ad ogni elezione comunale si presentano, oltre ai big che si contendono la carica, anche personaggi pressoché sconosciuti. La motivazione che li spinge può essere l’entusiasmo genuino (e forse ingenuo), il misurare il proprio potenziale elettorale per portarlo poi in dote a qualche alleanza, la volontà di sottrarre voti un altro candidato, o chissà che altro. Il più delle volte finiscono per raccogliere una manciata di preferenze e non lasciano traccia nella storia della città.

Federico Lobuono è uno di questi soggetti politici non identificati. Candidato sindaco con la lista Giovane Roma, fa notizia per la sua età (20 anni) e per le numerose voci che sul web lo danno per creatura di Renzi, o comunque come prodotto di Italia Viva. Egli nega ma non rinnega, è stato iscritto prima al PD e poi a Italia Viva, stima Renzi ma ora dice di voler portare avanti autonomamente un’esperienza nuova, diversa dal tradizionale schema dei partiti.

Si muove con grande disinvoltura sulla rete cercando di trasmettere un’immagine pulita e simpatica, ma l’avere scelto come modello politico chi con il Jobs Act ha demolito i diritti dei lavoratori, in termini di dignità prima ancora che economici, inevitabilmente gli attira lo sguaiato sarcasmo della plebe.

Federico Lobuono candidato sindaco, non è il titolo di un fumetto, come potrebbe essere Archimede va in vacanza o Paperino centurione romano, ma il settimo sonetto di una serie dedicata ai candidati sindaci di Roma.

A Federico Lobuono

Non dobbiamo diffidare per l’età

ma l’avere vent’anni non è tutto

ché spesso l’età verde non dà frutto

come mostra chiaramente questo qua.

Senza neanco finir la pubertà

venera di Rignano il marabutto

che tutti i salariati mise a lutto

lasciandoli licenziar senza pietà.

Chissà se la sua mamma si vergogna

d’avere messo al mondo un tal figliolo

che ciarla di start up e digitale

facendosi di tal gente sodale

e sprezzando dei miseri lo stuolo

così giovane e già così carogna.

 

Federico Lobuono parla alla Leopolda: “il giorno del mio 18° compleanno l’ho passato dalla commercialista ad aprire la partita IVA”.

Federico Lobuono, la biografia ufficiale

Mi chiamo Federico, ho 20 anni e studio Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Sono nato a Lecce il 19 aprile 2000 e sono cresciuto a Bari, dove ho vissuto fino all’età di 16 anni riuscendo a dividermi tra scuola, lavoretti occasionali e la passione per la vela.

A settembre 2015 – grazie anche al sostegno di un gruppo di amici – ho lanciato BreakingTech, un magazine online sulla tecnologia. Come purtroppo spesso accade per un giovane nato al Sud, ho deciso – insieme a mia madre – di trasferirmi alla ricerca di nuove opportunità e sfide. Abbiamo scelto come città la Capitale d’Italia. Siamo arrivati a Roma i primi mesi del 2016, quartiere Pigneto (Municipio V), dove ho iniziato a frequentare il terzo anno all’Istituto Tecnico Commerciale “Giorgio Ambrosoli”.

Non è stato facile per me, non è stato facile per mia mamma trovare un nuovo lavoro e non è stato chiaramente semplice abituarmi a standard molto diversi. Ma quando si fanno scelte così importanti, come trasferirsi e di conseguenza cambiare vita, non si può mai sapere a cosa si va incontro. Dopo circa 5 anni, a tutti gli effetti cittadino romano, una cosa è certa e non posso dire il contrario: ne è davvero valsa la pena.

Nel 2017 ho fondato i Pischelli In Cammino, un’associazione apartitica di 5000 ragazze e ragazzi under 25 nata con il sogno di far avvicinare i giovani alla politica. Nel frattempo ho iniziato a partecipare in vari talk show e programmi radiofonici, e a scrivere articoli per testate nazionali e siti di informazione.

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L’anno successivo, compiuti 18 anni e aprendo per la prima volta la partita iva, ho creato la BreakingTech Media Company, società editoriale dell’omonimo magazine nato 2 anni prima. Il blog, composto da una redazione di soli millennials, trattava notizie e approfondimenti su temi legati al mondo delle startup, dell’innovazione, dell’economia e del business.

In meno di un anno, grazie al lavoro di tutti gli amici e colleghi, siamo riusciti a raggiungere 150mila utenti unici mensili, rendendo il sito di informazione uno tra i più letti per gli addetti ai lavori. Grazie a questo piccolo grande successo, la BreakingTech Media Company ha avviato numerose partnership con multinazionali del settore, accrescendo sempre di più la sua autorevolezza.

A febbraio 2019 sono stato selezionato dalla redazione del The Post Internazionale come uno dei 20 giovani più promettenti d’Italia. Ad aprile, ho fondato Socially, una società di comunicazione specializzata nello studio e nella realizzazione di campagne, strategie comunicative e di marketing sul web e sui maggiori social network. Nell’ultimo anno ho lavorato privatamente come consulente esterno (external advisor) per grandi corporate, gruppi media e personalità in vista della politica italiana. Insomma, mi sono dato da fare e mi sono divertito.

Dopo 5 anni al Pigneto, oggi viviamo in una casetta di 40 m2 nel Rione Monti, condividendo le spese e l’affetto per Escobar, il nostro cane. Amo leggere, camminare e andare a cena con gli amici. Per il dispiacere di mia madre, non sono ancora fidanzato. Credo nella politica, nei giovani e in chi è riuscito a farsi da solo. Non sopporto i toni paternalistici, e chi dice che noi giovani siamo il futuro. No, noi siamo il presente. E con questa nuova grande sfida lo vogliamo dimostrare. Roma siamo anche noi.

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A.C. Whistle
A.C. Whistle
Nasce alle pendici dei Nebrodi ma sin dalla prima infanzia vive a Roma, da dove non si è più mosso (“la mia famiglia è già emigrata troppo”, dice). Giuslavorista, etilista, pokerista, meridionalista, immoralista, si cela dietro quello che manifestamente è un nom de plume per tutelare la sua posizione sociale e censuaria. Convinto di essere la reincarnazione di Pietro Aretino, in quanto tale produce versi impudichi e faceti, mentre nella prosa predilige la forma breve del pamphlet, sia per dare sfogo alla sua misantropia (praticata come misandria e come misoginia con eguale trasporto), sia per assecondare la pigrizia contro cui ha smesso da tempo di lottare.

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