A distanza di un mese dalla premiazione vogliamo raccontare Videocorto Nettuno 2020, uno dei Festival più longevi dedicati all’arte del corto cinematografico.
Videocorto Nettuno 2020: festeggiando con entusiasmo:25 anni di cinema
Tra le primissime manifestazioni cinematografiche a svolgersi in presenza, questa estate, vi è stata un’edizione di Videocorto Nettuno in ogni caso memorabile: festeggiare 25 anni di attività non è da tutti.
E lo si è fatto in maniera indubbiamente simpatica, energica, spiritosa, un po’ come i divertenti duetti sul palco dei sue direttori artistici, Giulia Bartoli ed Elvio Calderoni, mai così spumeggianti in barba alle mascherine che durante gli eventi pubblici siamo costretti ormai tutti ad indosossare.
E la loro verve ha fatto il paio con quella della giornalista Lucilla Colonna, ancora una volta sicura ed affabile padrona di casa durante i salotti pomeridiani, quelli animati da cineasti, attori ed altri addetti ai lavori, trasferiti per l’occasione nell’allegra cornice del Lime Tropical bistrot.
Insomma, Nettuno ha accolto ancora una volta con simpatia e affetto una manifestazione cinematografica la cui vitalità, sopraggiunto il 25° compleanno, si è preservata intatta: a testimoniarlo un divertente video celebrativo, mostrato più volte tra il 21 e il 23 agosto, dove all’insegna dell’amarcord sono stati montati alcuni momenti topici estrapolati da precedenti edizioni del festival, quelle pionieristiche e quelle più recenti.
Segnali positivi sono arrivati poi dalle proiezioni a Forte Sangallo. Una qualità media insolitamente alta, per i corti selezionati quest’anno, anche a detta della folta giuria capitana da Pino Quartullo. E l’attore, oltre a sciorinare da affabulatore nato una serie di gustosi aneddoti, durante gli incontri col pubblico, ha dimostrato di possedere uno sguardo critico e un temperamento cinefilo non così comuni.
Molto centrati anche i premi. Unico neo: aver trascurato un po’ troppo il breve, delizioso documentario che sarebbe risultato invece tra le nostre prime scelte, Il vento sotto i piedi di Kassim Yassin Saleh. Un soave diario di bordo, attraverso una Roma nascosta e con una guida d’eccezione, quel Monsieur David che si è inventato il Teatro del Piede: originale forma di spettacolo volta a ribaltare giocosamente le prospettive abituali, con l’interprete sdraiato sulla schiena e i piedi in aria, abilmente camuffati, a proporre piccole storie, personaggi scanzonati e adorabili, buffi siparietti umoristici.
Il Videocorto d’Oro
Consenso unanime, invece, per il Videocorto d’Oro a Inverno di Giulio Mastromauro, corto il cui tenue e malinconico lirismo ha sedotto non poche giurie, a partire da quella così prestigiosa del David di Donatello.
Si parla del resto di un giovane autore che seguiamo con interesse da anni e che finora ha saputo sfruttare al meglio le potenzialità del cinema breve, indirizzandole verso racconti armonici, delicati, irrorati di sentimenti veri e profondi. Ne è un esempio Nuvola, datato 2015, che ci è rimasto a lungo nel cuore.
Riguardo ad Inverno, la vicenda del lutto improvviso che colpisce una famiglia di giostrai (con al centro la reazione sofferta del piccolo Christian Petaroscia, rivelazione del film coi sui ricci scomposti e la sua naturalezza) adombra trascorsi autobiografici, per essere poi trasfigurata in apologo universale su un sentire e su risposte caratteriali di evidente, intensa veridicità.
L’ambientazione precisa, con il greco parlato anche in diversi paesini del meridione italiano a caratterizzarla ulteriormente, fa da cornice ad una interiorizzazione del lutto che assorbe i colori della stagione invernale, trasferendoli sui volti tristi, confusi dei giostrai accomunati dalla dolorosa perdita.
Curatissimi fotografia e montaggio, come sempre nei lavori di Mastromauro, ma sono proprio l’equilibrio e l’empatia nel trattare certi temi a far scattare quell’interazione profonda con lo spettatore, che ha reso così speciale tale cortometraggio.
I corti più originali ed intensi
La tentazione sarebbe ora di proporre un’analisi altrettanto dettagliata degli altri lavori in concorso, considerando che almeno una decina di essi ci hanno profondamente colpito. Al contrario, per ragioni di spazio, dovremo limitarci a una rapida carrellata dei corti più originali ed intensi, così da far emergere almeno la varietà di generi e di approcci che ha caratterizzato la manifestazione.
Proprio in merito alla diversificazione dei generi, ci ha fatto enormemente piacere scovare in programma anche un mockumentary, filone poco presente in Italia ma che, se la realizzazione è all’altezza dell’idea, può dare parecchie soddisfazioni. Tale è il caso di Non è solo un gioco di Guglielmo Lipari, finto documentario in grado di trasformare la passione per il Burraco in una sconvolgente ossessione.
Altrettanto raffinata e solo apparentemente più algida, distaccata, la costruzione drammaturgica di Mr. H, il corto di Giulio Neglia incentrato sulla vile e inquietante aggressione che, in seguito ai traumi fisici subiti, costò poi la vita al grande Houdini. Un’accurata ricostruzione dell’ambientazione novecentesca, suggestioni letterarie non casuali e quella sottile critica all’intolleranza verso altre forme di pensiero, dall’impronta magari misterica, rendono invero assai appassionante tale lavoro.
Così come ineccepibile a livello formale e culturalmente elevata è risultata l’ossatura dell’unico corto dichiaratamente sperimentale, Al Dio sconosciuto di Samantha Casella, impreziosito peraltro nel suo lirismo dall’appropriatissima colonna sonora firmata da Massimiliano Lazzaretti, in collaborazione con Tatiana Mele.
Da menzionare senz’altro la suddivisione in tre vibranti capitoli, ciascuno dei quali recitato in una lingua diversa: il primo ispirato ai versi del poeta russo Sergey Esenin, il secondo a un romanzo di John Steinbeck che dà anche il titolo all’opera, ed il terzo ai poetici componimenti di Arthur Rimbaud.
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Ironia, romanticismo e naïveté
Si è riso anche molto, durante il 25° Videocorto Nettuno. Merito in primo luogo di Offro io, surreale e a tratti geniale commedia firmata da Paola Minaccioni, con dalla sua un cast d’eccezione che si è visibilmente divertito a parafrasare certi vincoli sociali dando vita alle situazioni più folli. Ma anche il metacinematografico È tutto cinema si è distinto per una vocazione umoristica, non dissimile per certi versi da quella dell’indimenticabile Boris, divenuto ormai un cult.
Spazio inoltre per romanticismo e naïveté in due cortometraggi, pronti idealmente a gareggiare per la produzione più originale: L’uomo che non voleva uscire di casa del buon Savino Genovese, presenza sempre molto apprezzata a Nettuno, ed il sognante Voler essere felici ad ogni costo di Michele Bertini Malgarini, tra gli interpreti del quale abbiamo rivisto con piacere Alessandro D’Ambrosi, Eugenia Costantini e Demetra Bellina.
Per chiudere in bellezza, ci teniamo a menzionare un lavoro fuori concorso, che ha assicurato forti emozioni alla gente di Nettuno e anche a diversi giurati: Torno presto di Giovanni Bufalini, esempio di microstoria riferito ai giorni drammatici dello Sbarco di Anzio, filmato da un autore emergente sempre molto attento alle potenzialità del montaggio e alla cura, certosina, del setting. Con esiti che qui hanno generato empatia, commozione sincera e il riemergere di antiche memorie.
A seguire un elenco dettagliato dei premi, numerosissimi come è tradizione del festival.
Premi e menzioni
MIGLIOR FILM – VIDEOCORTO D’ORO: Inverno di Giulio Mastromauro
VIDEO CORTO D’ARGENTO: Offro io di Paola Minaccioni
VIDEOCORTO DI BRONZO: Non è solo un gioco di Guglielmo Lipari
MIGLIOR REGIA: Savino Genovese per L’uomo che non voleva uscire di casa
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: Daniele Mariani per STAR
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA: Lucianna De Falco per L’attesa
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Maurizio Lombardi per Offro io
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA: Eugenia Costantini per Voler essere felice ad ogni costo
MIGLIOR SCENEGGIATURA: L’attesa
MIGLIOR SOGGETTO: Non è solo un gioco
MIGLIOR FOTOGRAFIA: Inverno
MIGLIORI LOCATION: Voler essere felice ad ogni costo
MIGLIORI COSTUMI: È tutto cinema
MIGLIOR COLONNA SONORA: Al Dio sconosciuto
MIGLIOR LOCANDINA: Specchio
MIGLIORI TITOLI DI TESTA E CODA: Mr. H
MIGLIOR MONTAGGIO: Non è solo un gioco
PREMIO DEL PUBBLICO: STAR
PREMIO DEGLI ARTISTI TROISI: L’ora delle nuvole
PREMIO DEL CINECLUB LA DOLCE VITA: Non è solo un gioco
MENZIONI SPECIALI:
MENZIONE DEL PRESIDENTE DI GIURIA: L’ora delle nuvole
MENZIONE AGLI ATTORI:
Beniamino Marcone (Tutti i nostri ieri)
Gigi Savoia (L’ora delle nuvole)
Rosaria De Cicco (Non è solo un gioco)
Babak Karimi e Christian Petaroscia (Inverno)
Flaminia Cuzzoli E Daphne Sciocca (Specchio)
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Videocorto Nettuno 2020 e gli altri articoli di Stefano Coccia
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