Caos tamponi, provvedimenti sulla quarantena che cambiano continuamente e contagi che dilagano. Il Governo sta facendo harakiri sulle misure di controllo.
Misure di controllo: il caos creativo del Governo
Scommettere tutto sull’efficacia dei vaccini è stato un errore clamoroso, frutto di miopia, protervia e fanatico antistatalismo.
Il governo ha scelto di non governare, di non fare politica: invece di potenziare i trasporti, intervenire sulla scuola, potenziare la sanità, invece di combattere il virus con misure strutturali, ha scaricato gran parte della responsabilità della lotta al virus ai singoli e alla loro capacità di integrare misure e comportamenti barriera.
Sia chiaro, ognuno deve fare la sua parte, anche nel proprio piccolo. Ma anche il governo avrebbe dovuta fare la sua, con misure adeguate, con un atteggiamento più pragmatico e meno moralistico.

La sua natura è però così visceralmente antistatalista, così compromessa con le pulsioni orientate alla privatizzazione della sanità, che ha preferito gestire la pandemia con mezzi inadeguati, giocando anche un po’ di sponda con i novax, che con la loro cretineria hanno fornito per un po’ di tempo un buon alibi. Vaccinare è stato importante, ma purtroppo non basta.
C’è poco da fare, ma i 100mila contagi di oggi sono il segno che il governo ha fallito nella lotta alla pandemia. Ha sprecato il grande sforzo fatto dagli italiani che si sono vaccinati e hanno tenuto comportamenti adeguati, per quanto ovviamente insufficienti per fronteggiare la crisi sanitaria.
Quel vantaggio che l’Italia aveva raggiunto rispetto agli altri paesi è stato clamorosamente sciupato. Draghi si è rivelato quello che alcuni di noi hanno sospettato sin dall’inizio e cioè di essere “unfit” (cit. dall’Economist).
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