Il dilemma apparentemente complesso tra guerra o pace è superato dall’irrazionalità autodistruttiva più pura.
Guerra o pace
La micidiale operazione mediatica in sostegno della guerra, insieme alla campagna di disinformazione e l’infame caccia al putiniano mi pare che abbiano la mera funzione di occultare i termini del conflitto in campo.
Siamo di fronte all’invasione dell’esercito russo in Ucrania, non c’è dubbio. Le vittime sono gli ucraini, ma gli attori di questa guerra sono Russia e Nato, anzi direi Russia e Stati Uniti, dato che il contributo dei paesi europei del Patto Atlantico, specie di Italia e Germania, va contro i loro stessi interessi.
Da parte mia non c’è dunque nessuna equidistanza. Sto dalla parte delle vittime. Ma permettetemi di rifiutare e di disprezzare profondamente i due veri attori in guerra.
La soluzione? La pace, promuovere la pace, il prima possibile.
L’impressione è che non ci siano più gli anticorpi.
La manifestazione di Firenze con la folla inneggiante a Zelensky mentre chiede la no fly zone è il segno di un vero e proprio delirio. Stiamo precipitando nell’irrazionalità autodistruttiva più pura.
Introdurre la no fly zone significa stare a un passo dalla terza guerra mondiale. Canfora ha provato a spiegarlo l’altro giorno in tv, sotto gli insulti di Rampini e la “stravaganza” della De Gregorio, ma sembra che il messaggio non passi.
Stanno vendendo meno gli anticorpi della ragione. È più facile credere alla storiella dei buoni e dei cattivi che fare lo sforzo di afferrare la complessità, la contraddittorietà dei fatti.
“Credo nei princìpi “formali” della democrazia, credo nel parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista” Pier Paolo Pasolini, 1974.
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