Premessa: le righe che seguiranno (sull’episodio del ponte saltato a Mariupol) sono un esercizio d’analisi dell’informazione, e serve per ragionare su un documento, non per fare valutazioni politiche o militari, o di altra natura.
Mariupol e il ponte saltato
Sabato 19 marzo, durante la mattinata, è stato pubblicato un video dell’inviato di Repubblica a Mariupol. Il titolo del video è: “Mariupol. L’inviato sul ponte saltato. “Mine ovunque, è più pericoloso scappare che rimanere sotto le bombe“. È al momento reperibile sul sito on-line della testata.
Il contenuto della testimonianza
L’inviato, con l’ausilio della documentazione filmata, riporta quanto segue:
a) le strade per uscire da Mariupol sono state minate;
b) l’esercito russo ha minato le strade;
c) l’aviazione russa ha bombardato un ponte che era stato minato;
d) il ponte è ora difficilmente praticabile da veicoli;
e) il ponte è stato bombardato per far esplodere le mine.
Considerazioni
A logica, non tutte le affermazioni su riportate sembrano poter essere dette senza contraddizione. Quindi, si può ipotizzare che alcune siano vere, altre verosimili o dubbie. Si tratta di capire quali.
In particolare, non risultano chiari i seguenti punti:
a) se russi e ucraini hanno concordato dei corridoi per far uscire i civili dalla città, possiamo ipotizzare che ciò voglia dire che altre vie d’uscita, che non siano dunque i corridoi, possono essere state minate?;
b) una via d’uscita è anche, sempre, un ingresso; minare un’uscita equivale a minare un ingresso. Perché la strada mostrata nel video è una via d’uscita e non un ingresso, dato che non è un corridoio umanitario?;
c) ha senso minare un ponte se poi è bombardato per renderlo inservibile? Questo comportamento corrisponde forse a una tecnica militare? Sembrerebbe più logico ed economico bombardare un ponte senza dapprima minarlo;
d) posto che l’esercito russo abbia minato le strade e il ponte, per poi bombardare quest’ultimo, sarebbe stato facile documentare la provenienza delle mine, filmandone una con uno zoom, a distanza di sicurezza. Ciò avrebbe dato alla testimonianza dell’inviato un valore di prova difficilmente discutibile.
Di conseguenza, le affermazioni che sembrano poter essere dette vere dopo questo primo discrimine sono:
a) delle strade periferiche di Mariupol sono state minate;
b) un ponte alla periferia della città è stato bombardato;
c) il ponte è difficilmente praticabile dai veicoli.
Tutto il resto appare verosimile o dubbio.
Per poter discriminare ulteriormente le informazioni servirebbero altre fonti, una documentazione che abbia valore di prova (l’origine di fabbricazione delle mine, per esempio; o un resto di bomba d’aereo).
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